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Alzheimer e Parkinson

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Panoramica delle Malattie Neurodegenerative

Definizione di Alzheimer e Parkinson

L'Alzheimer e il Parkinson sono due delle principali malattie neurodegenerative che colpiscono il sistema nervoso centrale. L'Alzheimer è caratterizzato dalla progressiva perdita di memoria e delle funzioni cognitive, causata dall'accumulo di placche amiloidi e grovigli neurofibrillari nel cervello. Il Parkinson, invece, è un disturbo del movimento provocato dalla degenerazione dei neuroni che producono dopamina nella substantia nigra, determinando tremori, rigidità muscolare e difficoltà motorie progressive.

Differenze principali tra le due patologie

Le principali differenze riguardano i sintomi iniziali e le aree cerebrali coinvolte. L'Alzheimer esordisce principalmente con disturbi della memoria e dell'orientamento, progredendo verso il deterioramento cognitivo globale. Il Parkinson manifesta invece sintomi motori come tremore a riposo, bradicinesia e rigidità muscolare. Mentre l'Alzheimer compromette prevalentemente le funzioni cognitive, il Parkinson inizialmente preserva le capacità intellettive, interessando primariamente il controllo motorio.

Statistiche epidemiologiche in Italia

In Italia, l'Alzheimer colpisce circa 600.000 persone, rappresentando il 60% di tutte le demenze. Il Parkinson interessa approssimativamente 230.000 italiani, con un'incidenza di 6.000 nuovi casi annui. L'età media di insorgenza è di 75 anni per l'Alzheimer e 60 anni per il Parkinson. Entrambe le patologie mostrano un incremento correlato all'invecchiamento della popolazione italiana.

Importanza della diagnosi precoce

La diagnosi precoce permette di rallentare la progressione della malattia attraverso terapie mirate e modifiche dello stile di vita. Consente inoltre una migliore pianificazione dell'assistenza e supporto familiare, migliorando significativamente la qualità di vita del paziente e dei caregivers.

Sintomi e Diagnosi

Sintomi caratteristici dell'Alzheimer

I sintomi dell'Alzheimer si manifestano gradualmente e includono perdita di memoria recente, difficoltà nel trovare le parole appropriate, disorientamento spazio-temporale e cambiamenti dell'umore. Nelle fasi avanzate si osservano:

  • Perdita della capacità di riconoscere persone familiari
  • Difficoltà nelle attività quotidiane come vestirsi e lavarsi
  • Alterazioni del comportamento e agitazione
  • Compromissione del linguaggio e della comunicazione
  • Perdita progressiva dell'autonomia personale

Sintomi tipici del Parkinson

Il Parkinson presenta quattro sintomi motori principali: tremore a riposo che inizia spesso da una mano, rigidità muscolare, bradicinesia (rallentamento dei movimenti) e instabilità posturale. Si manifestano anche sintomi non motori significativi come disturbi del sonno, depressione, stitichezza, diminuzione dell'olfatto e ipotensione ortostatica. La progressione è generalmente asimmetrica, iniziando da un lato del corpo.

Fasi di progressione delle malattie

L'Alzheimer progredisce attraverso tre stadi: lieve (perdita di memoria occasionale), moderato (confusione crescente e bisogno di assistenza) e grave (perdita completa dell'autonomia). Il Parkinson evolve in cinque stadi secondo la scala Hoehn-Yahr, da sintomi unilaterali lievi fino alla completa disabilità motoria. La velocità di progressione varia considerevolmente tra i pazienti.

Criteri diagnostici e test disponibili

La diagnosi si basa su criteri clinici specifici, test neuropsicologici e neuroimaging. Per l'Alzheimer si utilizzano scale cognitive come MMSE e test di memoria, supportati da risonanza magnetica e PET. Il Parkinson viene diagnosticato principalmente attraverso l'osservazione clinica della risposta alla levodopa e scale di valutazione motoria specifiche.

Farmaci per l'Alzheimer Disponibili in Italia

Inibitori dell'acetilcolinesterasi

Gli inibitori dell'acetilcolinesterasi rappresentano la terapia di prima linea per il trattamento dell'Alzheimer lieve-moderato in Italia. Il Donepezil (Aricept) è il farmaco più prescritto, disponibile in compresse da 5mg e 10mg, con dosaggio iniziale di 5mg al giorno. La Rivastigmina (Exelon) è disponibile sia in capsule che in cerotti transdermici, offrendo una comoda somministrazione giornaliera. La Galantamina (Reminyl) presenta un meccanismo d'azione duale, agendo sia come inibitore dell'acetilcolinesterasi che come modulatore dei recettori nicotinici. Tutti questi farmaci richiedono prescrizione medica specialistica e monitoraggio periodico della funzionalità epatica e cardiaca.

Memantina (Ebixa) - antagonista del recettore NMDA

La Memantina è indicata per il trattamento dell'Alzheimer moderato-severo e agisce bloccando i recettori NMDA del glutammato. Disponibile in compresse da 10mg e 20mg, il dosaggio viene gradualmente aumentato fino a raggiungere 20mg al giorno. Questo farmaco può essere utilizzato in monoterapia o in combinazione con gli inibitori dell'acetilcolinesterasi. La Memantina presenta un profilo di tollerabilità generalmente buono e può contribuire a rallentare il declino cognitivo nelle fasi avanzate della malattia.

Combinazioni farmacologiche e dosaggi standard

Le combinazioni terapeutiche più efficaci prevedono l'associazione di Memantina con inibitori dell'acetilcolinesterasi. I dosaggi standard includono:

  • Donepezil 10mg + Memantina 20mg
  • Rivastigmina cerotto 9,5mg + Memantina 20mg
  • Galantamina 24mg + Memantina 20mg

L'aggiustamento posologico deve sempre essere effettuato sotto controllo medico, considerando la funzionalità renale ed epatica del paziente.

Effetti collaterali comuni e controindicazioni

Gli effetti collaterali più frequenti includono nausea, vomito, diarrea e vertigini. Sono controindicati in caso di ipersensibilità ai principi attivi, grave insufficienza epatica e disturbi della conduzione cardiaca. È necessaria particolare cautela in pazienti con ulcera peptica, asma e disturbi extrapiramidali.

Terapie Farmacologiche per il Parkinson

Levodopa e Carbidopa (Sinemet, Madopar)

La Levodopa rappresenta il gold standard nel trattamento del Parkinson, sempre associata a Carbidopa per prevenire la conversione periferica in dopamina. Il Sinemet è disponibile in formulazioni immediate e a rilascio prolungato, con dosaggi che variano da 100mg/25mg a 250mg/25mg. Il Madopar combina Levodopa con Benserazide e offre formulazioni dispersibili per pazienti con difficoltà di deglutizione. Il dosaggio iniziale è generalmente di 62,5mg tre volte al giorno, con incrementi graduali. Questi farmaci migliorano significativamente i sintomi motori ma possono causare discinesie a lungo termine.

Agonisti dopaminergici

Il Pramipexolo (Mirapexin) è un agonista dopaminergico selettivo per i recettori D2/D3, disponibile in compresse a rilascio immediato e prolungato. Il dosaggio iniziale è di 0,088mg tre volte al giorno. Il Ropinirolo (Requip) presenta caratteristiche farmacologiche simili, con dosaggio iniziale di 0,25mg tre volte al giorno. Entrambi i farmaci sono particolarmente indicati nelle fasi iniziali della malattia e come terapia aggiuntiva alla Levodopa. Offrono il vantaggio di un minor rischio di discinesie rispetto alla Levodopa.

Inibitori delle MAO-B

La Selegilina e la Rasagilina (Azilect) inibiscono l'enzima monoamino-ossidasi B, aumentando la disponibilità di dopamina nel cervello. La Rasagilina presenta un'emivita più lunga e può essere somministrata una volta al giorno alla dose di 1mg. La Selegilina richiede somministrazione due volte al giorno. Questi farmaci possono essere utilizzati in monoterapia nelle fasi iniziali o come terapia aggiuntiva, offrendo benefici neuroprotettivi documentati.

Farmaci per i sintomi motori e non motori

Per i sintomi non motori sono disponibili diversi farmaci specifici: antidepressivi per la depressione, farmaci colinesterasici per i disturbi cognitivi, e melatonina per i disturbi del sonno. I sintomi motori avanzati possono richiedere terapie innovative come la stimolazione cerebrale profonda o pompe per infusione continua di farmaci.

Gestione Quotidiana e Supporto

Strategie per la gestione dei farmaci

La corretta gestione dei farmaci per Alzheimer e Parkinson richiede un approccio sistematico e personalizzato. È fondamentale organizzare le terapie con portapillole settimanali, impostare promemoria digitali e mantenere un diario farmacologico aggiornato. La collaborazione tra paziente, caregiver e farmacista garantisce un monitoraggio efficace delle terapie, riducendo il rischio di errori e migliorando significativamente l'efficacia del trattamento nel lungo termine.

Importanza dell'aderenza terapeutica

L'aderenza terapeutica rappresenta un fattore cruciale nel successo del trattamento delle patologie neurodegenerative. Il rispetto rigoroso degli orari di assunzione e delle dosi prescritte mantiene livelli farmacologici ottimali nel sangue, rallentando la progressione dei sintomi. Interruzioni o modifiche non autorizzate della terapia possono compromettere gravemente i benefici ottenuti e accelerare il deterioramento cognitivo e motorio del paziente.

Ruolo del caregiver nella terapia

Il caregiver svolge un ruolo insostituibile nel supporto terapeutico, assistendo nella somministrazione dei farmaci e monitorando l'evoluzione dei sintomi. La sua presenza garantisce continuità nelle cure, facilita la comunicazione con i professionisti sanitari e offre supporto emotivo fondamentale. Una formazione adeguata del caregiver migliora significativamente la qualità dell'assistenza e l'efficacia complessiva del piano terapeutico.

Monitoraggio degli effetti e aggiustamenti posologici

Il monitoraggio costante degli effetti terapeutici permette aggiustamenti posologici tempestivi per ottimizzare i benefici clinici. Controlli periodici valutano l'efficacia del trattamento e identificano eventuali effetti collaterali, consentendo modifiche personalizzate della terapia in base all'evoluzione della patologia e alle esigenze specifiche del paziente.

Prevenzione e Stile di Vita

Fattori di rischio modificabili

Diversi fattori di rischio possono essere modificati attraverso scelte consapevoli di stile di vita. Il controllo della pressione arteriosa, la gestione del diabete, l'evitare il fumo e limitare l'alcol contribuiscono significativamente alla prevenzione. Anche la gestione dello stress cronico, il mantenimento di un peso corporeo adeguato e il trattamento tempestivo della depressione rappresentano strategie preventive fondamentali per ridurre il rischio di sviluppare patologie neurodegenerative.

Importanza dell'attività fisica e mentale

L'esercizio fisico regolare e la stimolazione cognitiva costante rappresentano pilastri fondamentali nella prevenzione e gestione delle patologie neurodegenerative. Attività come camminata, nuoto, lettura, puzzle e giochi di memoria favoriscono la neuroplasticità, migliorano la circolazione cerebrale e rallentano il declino cognitivo, mantenendo attive le connessioni neurali e promuovendo la formazione di nuove sinapsi.

Alimentazione e supplementi nutrizionali

Una dieta mediterranea ricca di antiossidanti, omega-3 e vitamine del gruppo B supporta la salute cerebrale. Alimenti come pesce, noci, frutti di bosco e verdure a foglia verde offrono protezione neuronale. Supplementi di vitamina D, B12 e acido folico possono essere utili su consiglio medico, mentre è importante limitare grassi saturi e zuccheri raffinati per preservare la funzione cognitiva.

Quando consultare il medico e il farmacista

È essenziale consultare tempestivamente il medico in presenza di:

  • Perdita di memoria progressiva o confusione
  • Tremori o difficoltà motorie
  • Cambiamenti comportamentali significativi
  • Effetti collaterali dei farmaci

Il farmacista può fornire consulenza specializzata sulla gestione delle terapie e sui dispositivi di supporto farmacologico.

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